Non solo i lavori per il nuovo complesso parrocchiale di Pizzo avrebbero stuzzicato gli appetiti di imprenditori, per gli inquirenti, vicini alle cosche, ma anche quelli per l’ampliamento del cimitero sempre a Pizzo. Lavori in project financing due anni fa non ancora iniziati, ma oggi in fase avanzata di realizzazione. Opere che, è bene ribadire, quelle attuali neanche sfiorate dalle indagini. Comunque sia ad aprire il capitolo “cimitero Pizzo” è l’inchiesta “Petrolmafie spa” nella parte in cui punta a dimostrare l’esistenza di un cartello di imprese operanti a vario titolo nel settore dell’edilizia – sia pubblica sia privata – espressione delle maggiori consorterie della ’ndrangheta vibonese (Mancuso, Anello, Bonavota, Fiarè-Razionale) e che grazie al sostanziale apporto dagli esponenti delle varie “famiglie” «sono in grado di assicurare il monopolio nel settore, attraverso l’aggiudicazione delle varie tipologie di lavori: cemento, sbancamenti e movimento terra, carpenteria, solo per citare i più importanti e remunerativi».
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