L’indagine della compagnia Milano Duomo dei carabinieri che ha portato questa mattina a 37 arresti in sei regioni, è nata nell’agosto del 2018 in seguito all’arresto in flagranza di uno spacciatore trovato in possesso di 3,5 kg di sostanza stupefacente (tra cocaina, hashish e marijuana). L’analisi dei contenuti della rubrica telefonica e dei tabulati del suo cellulare, e le attività tecniche sviluppate poi, hanno consentito la progressiva individuazione di svariati piccoli gruppi criminali, tutti operanti nel capoluogo lombardo anche se con ramificazioni in altre aree del Paese. Il gruppo di maggiore caratura criminale era composto da 11 persone, alcune di origine calabrese, operanti da diversi anni nelle piazze di spaccio di Bollate, Baranzate, Piazza Prealpi a Milano e nel quartiere di Quarto Oggiaro (storicamente infiltrato dai clan della 'ndrangheta reggina Serraino-Di Giovine). I due esponenti di spicco sono un 53enne di Petilia Policastro (Crotone) e un 43enne di Joppolo (Vibo Valentia) che avevano rapporti con vertici ed emissari della 'ndrangheta reggina. C'erano poi altri piccoli gruppi tra i quali uno composto da 4 italiani la cui attività di spaccio era destinata quasi esclusivamente ad una cerchia ristretta di clienti abituali, e uno da 7 sudamericani, la cui attività criminale si sviluppava sull'asse Lima-Roma-Milano, oltre ad altre cellule composte da persone di varia nazionalità (da romeni a marocchini a tedeschi), tra loro indipendenti.