Sono passati circa 50 anni da quando la classe dirigente calabrese si è accorta che il turismo in Calabria può rappresentare un volano di sviluppo del territorio. Nonostante sia cresciuta questa consapevolezza, le cose da fare per potenziare questo settore strategico dell’economica sono ancora tante. A distanza di mezzo secolo e dopo aver speso una montagna di soldi (un miliardo e 200mila euro) resta ancora irrisolto, in quasi tutti i distretti turistici calabresi, il problema della depurazione delle acque fognarie che sono responsabili dell’inquinamento dell’ecosistema marino. Alla luce di queste considerazioni, “illuminanti”, la Regione ha messo mano ad un progetto che dovrebbe, almeno sulla carta, portare al disinquinamento di tutta la fascia costiera vibonese, che rappresenta la meta turistica più ambita dai tour operator di tutto il mondo. Il primo intervento, per oltre 4 milioni e 200mila euro, riguarda il depuratore di San Calogero che ricade nell’Area omogenea del Mesima, di cui fanno parte i Comuni di Acquaro, Arena, Dasà, Dinami, Gerocarne, Joppolo, Pizzoni, Sorianello, Soriano e Vazzano.
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