Sconto di pena per il 25enne lametino Giuseppe Galluzzi: il Gip del Tribunale di Catanzaro con ordinanza dello scorso 16 aprile ha accolto l’istanza del difensore, l’avvocato Vincenzo Visciglia, per l’applicazione della disciplina più favorevole del reato continuato nella fase esecutiva, comminandogli la pena di 6 anni e 4 mesi e 4.500 euro di multa. La decisione giunge dopo che la Cassazione a novembre 2020 aveva cassato l’ordinanza del GIP di Catanzaro che aveva condannato Galluzzi alla pena di 7 anni e 6 mesi e 6.000 euro di multa, in luogo dei 9 anni di reclusione che avrebbe dovuto espiare, quale cumulo materiale delle due pene di anni 4 più anni 5 a suo carico derivanti da due distinti procedimenti per i noti fatti reati di estorsione e danneggiamento commessi da Galluzzi nel gennaio-febbraio 2016 nel territorio di Lamezia Terme. Giudizio di rinvio che si è potuto celebrare solo dopo che la Suprema Corte, accogliendo in toto il ricorso del difensore per violazione di legge, aveva annullato la seconda ordinanza del GIP del Tribunale di Catanzaro che aveva illegittimamente reformatio in peius in palese violazione di legge la pena per il reato più grave da porre alla base per l’applicazione della disciplina del continuato. Il difensore del Galluzzi, l’avvocato Vincenzo Visciglia del foro di Lamezia Terme, si dichiara “certamente soddisfatto per l’accoglimento della sua istanza con la riduzione della pena di un anno e sei mesi per il suo assistito ma, non per la decisione nel suo complesso che, non si è uniformata come doveva al principio di diritto affermato dalla suprema Corte di Cassazione. Invero, il nuovo gip intervenuto in funzione di giudice dell’esecuzione ha aggiunto illegittimamente l’ulteriore aumento di mesi sei di reclusione ed € 250,00 di multa per il reato più grave, già quantificato in uno dei due titoli detentivi posti a base del proposto continuato, configurando in tal modo in maniera chiarissima una ulteriore e gravissima violazione di legge ricorribile in Cassazione”. Il difensore “preannuncia pertanto il terzo ricorso per cassazione relativamente al capo dell’ordinanza di accoglimento sulla determinazione della pena per violazione di legge, stigmatizzando la difficoltà per il suo assistito di giungere ad una pena conforme alla legge, malgrado ben due ricorsi per cassazione favorevoli”.