Se ne sta seduta sul bordo della recinzione da ore, avvolta nel suo cappotto di colore scuro, il cappellino di lana e il lungo foulard legato al collo. Di fronte a lei una coda chilometrica di persone in attesa di essere vaccinate. La lunga fila di gente è tutta incanalata verso la porta dove viene somministrata la prima dose. Mentre alla porta accanto si incolonnano gli utenti ai quali deve essere inoculata la seconda.
«Arrivo dalla Lucania – commenta la signora Clara proveniente da Nova Siri vicino Matera – ho fatto un lungo viaggio e sono esausta. Da ore aspetto il mio turno e sinceramente speravo di trovare un’organizzazione più efficiente».
Poi la donna accusa un malore e si sente mancare, ma i ragazzi della Protezione civile sono all’interno del palazzetto dello sport di viale della Pace che funge da centro vaccinale. Le persone in coda chiedono aiuto e l’utente a questo punto viene fatta sedere all’interno della struttura. «Signora Clara, ma è qui da sola?» Le chiediamo. E lei sorridendo e con un fil di voce risponde: «Il mio accompagnatore è in macchina, non potevo lasciare anche lui al freddo e sotto la pioggia».
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