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Catanzaro, il Riesame su Tommaso e Saverio Brutto: "Corruttori pronti a pagare mazzette"

Le motivazioni del Riesame su padre e figlio coinvolti nell’inchiesta Basso profilo

Tommaso Brutto all’ingresso del Tribunale per l’interrogatorio di garanzia

«Il ricorso al pagamento di tangenti e mazzette rende l’idea della particolare inclinazione degli indagati a vestire i panni di corruttori, disposti a remunerare l’attività di dipendenti pubblici pur di soddisfare i propri interessi illeciti». Così il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presidente Giuseppe Valea, a latere Michele Cappai e Mariarosaria Migliarino, descrive Tommaso e Saverio Brutto l’ex consigliere comunale di Catanzaro e l’ex assessore del Comune di Simeri coinvolti nell’inchiesta “Basso profilo” coordinata dalla Dda catanzarese. I giudici hanno confermato la custodia cautelare agli arresti domiciliari per padre e figlio che avrebbero dimostrato una «irrefrenabile tendenza alla ricerca di “entrature” e “agganci” con persone che contano, da utilizzare quali scorciatoie per l'ottenimento di situazioni soggettive favorevoli». I Brutto avrebbero condiviso con l’imprenditore Antonio Gallo l’obiettivo di costituire una “rete” di contatti sempre più importante. Da qui la decisione di “puntare” sull’ex assessore regionale Francesco Talarico che avrebbe potuto «innalzare ulteriormente la qualità del gruppo».

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