Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

Inchiesta Alibante, l’avvocato Bagalà non risponde al Gip. Per la Dda «è la mente legale della cosca»

L’Hotel dei Fiori sarebbe una delle strutture turistiche riconducibile alla famiglia Bagalà

Alcuni non parlano perché, a parte l’ordinanza di custodia cautelare, i loro avvocati non hanno ancora a disposizione tutti gli atti confluiti nell’inchiesta “Alibante” che, una settimana fa, ha portato 7 persone in carcere e 10 ai domiciliari. Altri hanno risposto al Gip negando ogni addebito, altri ancora restano in attesa degli interrogatori di garanzia che stanno andando avanti in queste ore. Intanto uno degli indagati che era agli arresti domiciliari, Raffaele Gallo, è stato rimesso in libertà dopo che il Gip ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dal suo difensore, l’avvocato Aldo Ferraro. Gallo, 61enne di Conflenti, è accusato di estorsione pluriaggravata dal metodo e dall’agevolazione mafiosa perché, secondo la Dda, in concorso con il presunto boss Carmelo Bagalà e altri indagati avrebbe collaborato a costringere un imprenditore a corrispondere 1 milione di euro per l'acquisto dell'Hotel dei Fiori. L’avvocato Ferraro difende anche Vittorio Macchione, architetto 70enne accusato di associazione mafiosa e definito dallo stesso Gip che lo ha mandato in carcere «uno degli imprenditori storici a disposizione di Carmelo Bagalà», che ha risposto al giudice respingendo le accuse. Strategia al momento differente, invece, per la figlia del presunto boss, Maria Rita Bagalà, difesa dall’avvocato Mario Murone, che ieri davanti al Gip di Aosta – città in cui risiede e svolge la professione forense – si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ai domiciliari con l’accusa di essere la «mente legale» della presunta cosca, l’avvocato Bagalà ha per ora scelto di non parlare perché, ha spiegato Murone, «non abbiamo ancora copia degli atti prodotti dall’accusa ma solo l’ordinanza del Gip e, dunque, non abbiamo gli strumenti a disposizione per interloquire con il giudice che, tra l’altro, è diverso da quello che ha emesso la misura». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

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