«Dalle risultanze investigative è emerso un interesse concreto di Parente alle sorti dell’Associazione interregionale, confermato dalle cointeressenze avute con il socio, nonché legale rappresentante Massimo Poggi Madarena (che non è indagato, ndr) e da una serie di intrecci tra l’Associazione medesima e altre imprese direttamente e indirettamente riconducibili allo stesso Parente». È quanto scrivono i giudici del Riesame di Catanzaro, presidente Giuseppe De Salvatore, a latere Gabriella Pede e Sara Mazzotta, nelle motivazioni con cui hanno confermato il sequestro preventivo di circa 38mila euro emesso nell’ambito dell’inchiesta “Corvo” nei confronti dell’ex consigliere regionale Claudio Parente, indagato per peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio in concorso con i consiglieri comunali Francesco Gironda e Giuseppe Pisano. Gli inquirenti ipotizzano un accordo corruttivo tra l’esponente di Forza Italia e i due consiglieri comunali eletti nella lista “Officine del Sud” movimento fondato proprio da Pente. Materia di scambio sarebbe stata l’assunzione nella struttura speciale in Regione di Parente del fratello di Gironda e della compagna di Pisano, utilizzando quindi, secondo la Procura, fondi pubblici per fini privati, «pur sapendo di conferire i due incarichi senza procedere ad alcuna selezione pubblica e a persone prive dei requisiti necessari per svolgere quel determinato ruolo». Le assunzioni dei due congiunti sarebbero da ricollegare all’approvazione in via d’urgenza da parte del Consiglio comunale della delibera con cui l’associazione “Vivere Insieme” ha ottenuto l’affidamento per il progetto di riqualificazione Catanzaro Sud per la costruzione di un complesso di attività di carattere sanitario e sportivo.
Inchiesta Corvo a Catanzaro, il Riesame: da Parente nomine strumentali
Le motivazioni con cui i giudici hanno confermato il sequestro
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