Clienti in attesa, porte sbarrate e tutti i commercianti schierati con le chiavi dei propri esercizi in mano. A Montepaone monta la protesta tra i commercianti del piccolo centro commerciale che da sei mesi subiscono le chiusure nei giorni festivi e prefestivi. La zona gialla non li risparmia e mentre le altre attività riprendono i ritmi normali di lavoro, loro rimangono penalizzati dai provvedimenti che non distinguono i grandi centri dello shopping da quelli di provincia. In tutto nel centro commerciale montepaonese sono venti le attività presenti, alcune delle quali con ingresso indipendente all’esterno della struttura. «Da novembre - spiega Federica Mazza imprenditrice di Cinesud - stiamo subendo una situazione ingiusta, illogica e soprattutto discriminante. Siamo una realtà che da sempre ha garantito il rispetto di tutte le norme, dagli ingressi contingentati, alla distribuzione di dispositivi di protezione individuale e igienizzanti. Continuiamo ad assistere inermi ai provvedimenti che chiudono i nostri negozi mentre altrove si osservano assembramenti e confusione. Siamo ormai stanchi. I nostri bilanci rispetto a quelli dello scorso anno segnano il 60% in meno. Tutto questo sta creando danni economici e d’immagine perché siamo costretti a giustificarci spiegando il motivo delle chiusure nei weekend, nei giorni festivi e prefestivi. Siamo in grado di mantenere la sicurezza e chiediamo la riapertura immediata. Se dovesse continuare così saremo costretti a licenziare i nostri dipendenti». Gli appelli alle istituzioni ci sono stati, ma nessuno ha affiancato i commercianti nella loro lotta portata avanti in solitudine con battaglie civili e pacifiche.
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