Il dibattito politico difficilmente potrà ripartire senza fare i conti con le cause e gli effetti della bufera giudiziaria che con l’inchiesta “Alibante” ha investito Nocera Terinese e Falerna. Su entrambi i Comuni, che vengono da situazioni diverse e hanno profili ben distinti anche nell’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, ora aleggia anche la possibilità dell’invio di una commissione d’accesso agli atti. Se ciò avvenisse – sebbene in teoria si potrebbe votare anche durante il mandato della commissione d’accesso – è evidente che si rischierebbe l’epilogo dello scioglimento e dunque slitterebbero le elezioni per il rinnovo di sindaci e consigli comunali che invece, se tutto rimanesse com’è, potrebbero tenersi in autunno. Sia Falerna che Nocera sono guidate da commissari prefettizi che si sono però insediati in periodi diversi: nel primo caso Nicoletta Francesca Pavone ha preso le redini dell’ente a fine novembre 2020 dopo che l’amministrazione guidata da Daniele Menniti è stata destituita a causa delle dimissioni di tre consiglieri di maggioranza e quattro di opposizione; nel secondo Laura Rotundo è stata nominata lo scorso 8 maggio dopo il passo indietro della maggioranza guidata da Antonio Albi avvenuto a 24 ore dalle dimissioni di quattro consiglieri di minoranza. Lo stesso Albi non è indagato e al centro dell’inchiesta in verità non c’è la tornata in cui lui è stato eletto bensì quella precedente (maggio 2018) che sancì la vittoria di Massimo Pandolfo, dimessosi dopo appena due mesi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro