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'Ndrangheta a Reggio Emilia, beni sequestrati a imprenditore originario di Crotone

Il presidente Nicola Morra: «Antimafia prepara nuovi strumenti contrasto»

A sei anni dalla conclusione della nota operazione "Aemilia", Polizia di Stato e Guardia di finanza hanno inferto un altro duro colpo alla cosiddetta "'ndrangheta emiliana", capace di infiltrare l’economia nazionale ed estera. Un 43enne, noto imprenditore edile, originario di Crotone ma residente da tempo in Reggio Emilia si è visto notificare la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dei beni, proposta dal questore di Reggio Emilia e avallata dal Tribunale di Bologna, riferita a 9 immobili, ubicati in provincia di Reggio Emilia, terreni annessi, ditte operanti nel settore dell’edilizia, conti correnti e autovetture, per un valore che supera il milione di euro. Le indagini patrimoniali, confluiti nell'operazione scattata oggi e denominata "Libra", hanno dimostrato come il soggetto avesse fittiziamente intestato, a se stesso a ad altre persone compiacenti, beni riconducibili alla cosca, portando avanti, nell’interesse del sodalizio, anche attività imprenditoriali.

«Ringrazio la Guardia di Finanza di Reggio Emilia per l’attività svolta contro la cosca di 'ndrangheta emiliana attivata grazie ad uno spunto investigativo offerto dall’indagine "Aemilia"». È il commento del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, alla notizia dell’arresto di un imprenditore operante nel territorio emiliano. «Le inchieste giudiziarie precedenti - spiega Morra - avevano ben dimostrato come la cosiddetta «'ndrangheta emiliana» riuscisse ad infiltrare l’economia locale, quella nazionale ed in alcuni casi quella estera». Le attività avviate all’alba hanno coinvolto 30 operatori impegnati in cinque diverse località della provincia reggiana. «L'ottimo lavoro svolto ha portato al sequestro di 9 immobili con terreni annessi, ditte operanti nel settore edile, conti correnti e auto ad un imprenditore edile originario di Crotone, il tutto per un valore che supera il milione di euro. Grande impegno - commenta il presidente Morra - nelle indagini svolte in 7 mesi della divisione anticrimine della questura di Reggio Emilia grazie anche al supporto della Guardia di Finanza. L’incrocio dei dati delle transazioni bancarie del soggetto posto sotto osservazione hanno portato a comprendere che il tenore di vita non potesse essere congruo alle entrate. Ingenti somme di danaro, infatti, venivano utilizzate per acquistare proprietà per conto di esponenti del sodalizio 'ndranghetistico emiliano. Queste attività continuano a dimostrare quale sia la diffusione su tutto il territorio nazionale della 'ndrangheta. La Commissione antimafia - conclude - sta lavorando per dare al Parlamento ulteriori strumenti di contrasto al fenomeno mafioso». (AGI)

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