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Chiuse le indagini sulle tombe profanate al cimitero di Tropea, 3 indagati

Autovetture della Guardia di finanza davanti al cancello del cimitero di Tropea

La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha notificato l’avviso di conclusione indagini alle persone coinvolte nell’inchiesta sulla profanazione di tombe nel cimitero di Tropea che nel febbraio scorso aveva portato all’arresto di tre persone, tra le quali il custode dell’area, in servizio al Comune della cittadina tirrenica. L’atto, firmato dal procuratore Camillo Falvo e del pm Concettina Iannazzo, è stato notificato a Francesco Trecate, di 62 anni, custode del cimitero di Tropea e dipendente comunale, al figlio Salvatore (38) e Roberto Contartese (53), accusati di associazione a delinquere e soppressione dei cadaveri. L’inchiesta era nata sulla scorta di un’altra indagine già avviata, ed aveva portato a scoprire un sistema illecito di estumulazione dei cadaveri, soprattutto di persone che non avevano parenti in zona. Condotte che, secondo l’accusa, sarebbero iniziate nel luglio del 2019. Era stata l'installazione, nell’ottobre 2020, di una telecamera in un piazzale del cimitero in cui i tre indagati svolgevano le estumulazioni, a dare impulso all’indagine dopo alcune segnalazioni che nell’estate precedente avevano attivato l'attenzione della Guardia di finanza. Immagini in cui si vedono i cadaveri sezionati e collocati in sacchi. Uno degli indagati è stato ripreso mentre tiene in mano la testa di una donna. Una prassi che secondo l’accusa, sarebbe stata consolidata. Non è stato chiarito tuttavia se i resti venissero portati in discarica. Gli indumenti e i resti delle bare venivano bruciati sul posto. (ANSA).

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