Deve scontare il residuo di una condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Per questo per Domenico Chirico, detto “U duru”, si sono riaperte le porte del carcere. Le accuse a suo carico sono una serie di atti estorsivi, aggravati dal metodo mafioso, compiuti ai danni di titolari di locali pubblici in città. L’uomo, arrestato nell’ambito dell’operazione “Lucignolo” condotta dalla Guardia di finanza lametina e coordinata dalla Dda di Catanzaro nel 2015, venne condannato dal Tribunale di Lamezia (presidente Carlo Fontanazza, a latere Prignani e Martire), a 5 anni e 4 mesi e 2000 euro di multa; condanna che per venne stravolta dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel 2017, che assolse Chirico. La Corte di Cassazione annullò con rinvio la decisione imponendo, quindi, un nuovo processo d’appello davanti a un nuovo collegio (Fabrizio Cosentino presidente, Abigail Mellace, Domenico Commodaro a latere) al termine del quale è stata confermata la sentenza di primo grado che è diventata esecutiva lo scorso 20 aprile. Essendo già stato sottoposto a misura cautelare Domenico Chirico dovrà scontare altri 3 anni e 5 mesi di reclusione. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro