Di nuovo è rimasto solo il nome. Perché dopo diciassette anni e tante prime pietre e protocolli, quel che è certo è che il nuovo ospedale è divenuto vecchio ancor prima di sorgere. Ostaggio di vecchie logiche, di una mala burocrazia e di quella mala politica che, a queste latitudini, non sono mai passate di moda. La più grande opera pubblica che da anni avrebbe dovuto dare respiro ad un territorio nella morsa della crisi economica e che continua a “morire” di sanità: un investimento di oltre 143 milioni ma che ad oggi rappresenta solo l’ennesima e più grande incompiuta. Annunciata, agognata ma inesistente se non sulle pagine di cronaca. Così anche ieri nel giorno in cui la comunità salutava il 75esimo anniversario della Repubblica Italiana, nella notte le fiamme avevano avvolto i mezzi presenti nel cantiere dove dovrebbe sorgere quel nosocomio. Un nuovo capitolo, uno dei tanti capitoli che si riannodano alla storia del “nuovo ospedale” iniziata nel 2004, quando in contrada Cocari si posò la prima pietra. Da allora di anni ne sono passati 17. Anni di inchieste, indagini, rinvii, riunioni, protocolli di legalità e annunci. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro