Per gli investigatori della sezione operativa della Dia di Catanzaro lo spyware installato sullo smartphone di Franco Talarico si rivela una fonte inesauribile di informazioni. Le conversazioni captate e depositate agli atti con la chiusura dell’indagine “Basso profilo” sono molto recenti e arrivano fino a pochi giorni prima dell’operazione che ha portato l’allora assessore regionale prima ai domiciliari e poi alla misura più lieve dell’obbligo di dimora. Per corroborare le accuse nei suoi confronti, comunque ancora tutte da dimostrare in un eventuale processo, la Dda ha messo agli atti le conversazioni con un ex politico che è stato assessore comunale all’inizio degli anni ’90 e che è ritenuto «vicino al clan Iannazzo».
I due si vedono spesso al ristorante tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 e parlano delle strategie dell’Udc per le prossime Regionali e della necessità di trovare un candidato lametino con parecchi voti.
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