Perito industriale, imprenditore attivo nel settore degli impianti di videosorveglianza, ma soprattutto 35enne insospettabile che, dietro l’apparenza di una «vita da vip», avrebbe nascosto «inquietanti spinte criminali» materializzate con la commissione di quattro omicidi nel giro di due anni e mezzo.
Incrociando le risultanze investigative raccolte dalla Dda di Catanzaro e dalla Procura di Lamezia, a cui ora si aggiungono le conclusioni che il Gip di Lamezia Rossella Prignani ha inserito nell’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Domenico Gigliotti, viene fuori un profilo da brividi di Marco Gallo, accusato di aver ucciso anche il fruttivendolo Francesco Berlingieri, il noto penalista Francesco Pagliuso e il ferroviere Gregorio Mezzatesta.
Gallo sarebbe stato capace di regalare 1000 euro in contanti a quella che per un breve periodo è stata la sua amante, come testimoniato da lei stessa, di mandarle un mazzo di rose a mezzanotte e poi, meno di 24 ore dopo, di travestirsi da runner e commettere un omicidio eccellente, come quello dell’avvocato lametino, quale braccio armato della cosca “della montagna” degli Scalise. Allo stesso modo sarebbe stato capace di sparare e poi dare fuoco a Gigliotti quando era ancora agonizzante per motivazioni del tutto personali.
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