Ergastolo per Marco Gallo, 35 anni, accusato dell’omicidio di Gregorio Mezzatesta impiegato delle Ferrovie della Calabria ucciso la mattina del 24 giugno 2017 a Catanzaro. E’ quanto ha deciso la Corte d’Assise di Catanzaro, presidente Marco Bravin. La vittima venne raggiunta da quattro colpi di pistola che ne provocarono la morte immediata. L’accusa di omicidio nei confronti di Gallo è aggravata dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, infatti, il killer avrebbe agito per punire Domenico Mezzatesta, fratello di Gregorio, ritenuto dalla cosca Scalise il responsabile dell’uccisione di Daniele Scalise, appartenente all’omonimo gruppo criminale dominante sul comprensorio montano del Lametino. La Corte, inoltre, ha dichiarato Marco Gallo interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale e lo ha condannato al risarcimento del danno alle parti civili, da liquidarsi in separata sede. Accolta, dunque, la richiesta di pena invocata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pasquale Mandolfino il quale, nel corso delle requisitoria aveva sottolineato come nelle intenzioni dell’esecutore dell’omicidio non vi fosse solo l'intenzione di uccidere ma «anche della volontà dell’omicida di sfigurare e, quasi, rendere irriconoscibile la vittima, privandola di ciò che meglio identifica qualunque persona, cioè il volto». Gallo, secondo quanto emerso dalla ricostruzione, il giorno dell’omicidio, a bordo di una moto da enduro, ha «agganciato" Mezzatesta e il suo collega all’altezza del Comune di Tiriolo, li ha seguiti fino a Catanzaro, ha atteso che prendessero, come d’abitudine, un caffè nel solito bar vicino alla stazione delle Ferrovie della Calabria e quando sono rientrati in macchina si è avvicinato al lato passeggero dove si trovava Mezzatesta e ha fatto fuoco per sette volte prima di allontanarsi.