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Basso Profilo, Gallo ai pm della Dda di Catanzaro: "Sono una vittima"

L’imprenditore sostiene di essere stato sotto estorsione del boss Nicolino Grande Aracri. I rapporti con la politica e il racconto dell’incontro con Cesa organizzato da Talarico

Marco Gallo

Non l’imprenditore di riferimento delle cosche ma al contrario una vittima costretta a pagare le estorsioni. Antonio Gallo, figura centrale dell’inchiesta Basso Profilo, il 7 e l’8 giugno è stato sentito dai pm Veronica Calcagno e Paolo Sirleo dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Un lungo colloquio in cui l’imprenditore dell’antinfortunistica prova a smarcarsi dal pesante quadro accusatorio contestato dalla Dda.

Ammette di aver effettuato «fatture per operazioni inesistenti ma al solo fine di finanziare il pagamento delle mazzette alla 'ndrangheta». Anche sulle sue tante e importanti amicizie politiche, Gallo ha tentato di sminuirne la portata sostenendo di non aver ricevuto mai alcun favore. Una ricostruzione che pare non aver convinto affatto gli inquirenti che non hanno modificato il capo di imputazione e che già durante i due interrogatori più volte sono intervenuti per evidenziare le contraddizzioni nel racconto dell’indagato. Gallo ha sostenuto davanti ai magistrati di essere finito nel mirino dei clan dopo aver preso alcuni appalti per la manutenzione dei villaggi turistici.

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