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Lamezia, i consiglieri indagati si difendono: "Nessun falso sui debiti col Comune"

Pegna, Cittadino e Nicotera contestano le ipotesi di accusa: per i tre non sussisteva nessuna causa di incompatibilità

Si difendono, tre dei cinque consiglieri comunali indagati per falso per le autocertificazioni dei debiti pendenti col Comune che forniscono la loro versione dei fatti. Ruggero Pegna ricorda che tutto è partito dal «disperato tentativo» di entrare in Consiglio di un candidato e sostiene che l’indagine sia una «normale conseguenza della denuncia iniziale». A suo parere «non c’è stata alcuna falsa dichiarazione, ma semplicemente la contestazione di un presunto debito in realtà inesistente, basato su dati catastali imprecisi, del quale io stesso avevo trasmesso i conteggi dell’Ufficio tributi alla Segreteria comunale prima dell’insediamento».

È un debito di circa 3mila euro «pagato in via provvisoria» e per il quale il suo avvocato ha «subito avviato un giudizio al fine di sentire dichiarato che, appunto, le somme non erano dovute». Dunque per Pegna, solidale con gli altri consiglieri indagati, «non sussisteva e non sussiste alcuna causa di incompatibilità, come già sentenziato dal Tribunale a mio favore e, conseguentemente, non esiste – conclude – alcun possibile reato di falso a mio carico».

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