Forse Enzo Di Spena fu ucciso per un affronto, per una discussione degenerata in violenza e per la necessità, dopo quel diverbio avvenuto in pubblico, di affermare il pieno controllo del territorio da parte dei Torcasio. Però in quel delitto, avvenuto vent’anni fa, secondo il Gup distrettuale di Catanzaro non ha avuto alcun ruolo il 41enne Pasquale Torcasio, detto “Carrà”, che è stato assolto dall’accusa di omicidio. La sentenza è stata emessa al termine del procedimento con rito abbreviato da parte del giudice Alfredo Ferraro, secondo cui l’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Larussa, non ha commesso il fatto che gli veniva addebitato dalla Dda di Catanzaro. Il sostituto procuratore Chiara Bonfadini, nel febbraio scorso, aveva invece invocato per lui la pena dell’ergastolo. Pasquale Torcasio era ritenuto dalla Procura antimafia del capoluogo uno dei due esecutori materiali dell’omicidio e tale ipotesi accusatoria si basava, tra le altre cose, sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gennaro Pulice, Angelo Torcasio e Umberto Egidio Muraca. Le risultanze investigative confluite nell’inchiesta avevano fatto ritenere agli inquirenti che l’imputato avesse avuto il compito di monitorare le abitudini di vita della vittima per individuare il momento propizio per tendergli l’agguato. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro