«Crotone non è la pattumiera della Calabria». Lo ha ripetuto più volte ieri mattina il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, nel corso del sit-in di protesta organizzato davanti all’ingresso della discarica di Columbra, dopo la decisione presa l’altra sera dalla Regione di convogliare ancora una volta nell’impianto gestito dalla società Sovreco gli scarti dei rifiuti provenienti da tutta la Calabria, al fine di scongiurare l’ennesima emergenza ormai alle porte. Insieme al primo cittadino, ieri mattina davanti ai cancelli del mega-impianto dichiarato saturo solo il 30 giugno scorso c’erano assessori e consiglieri di maggioranza, ma anche i suoi colleghi sindaci Maria Grazie Vittimberga (Isola di Capo Rizzuto), Nicola Bilotta (Roccabernarda), Sergio Ferrari (Cirò Marina), Sergio Bruno (Strongoli) e l’assessore all’Ambiente del Comune di Mesoraca, Massimiliano Ferrazzo. Con loro semplici cittadini e i volontari del Wwf. Tutti concordi nel dire no all’ordinanza con la quale il presidente facente funzioni della Giunta calabrese, Nino Spirlì, ha disposto il conferimento nell’impianto crotonese di massimo 600 tonnellate al giorno di immondizia prodotta dalle cinque province fino al 30 settembre. Spazzatura che troverà spazio nella seconda buca del sito profonda 400mila metri cubi che sorge a sud della città capoluogo, che originariamente doveva essere destinata solo alle scorie pericolose, ma che invece cederà il passo pure ai rifiuti urbani. L’ennesimo ricorso al sito di Columbra che ha tolto le castagne dal fuoco in più occasioni smaltendo i rifiuti di tutta la Calabria in altre situazioni di emergenza che si ripetono troppo spesso grazie all’incapacità di mettere in campo un efficiente ed efficace sistema di smaltimento dei rifiuti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro