Mentre le Procure di Vibo e Lamezia Terme si mobilitano, mettendo in moto una task force al fine di riuscire a fermare il fenomeno delle chiazze e dei rifiuti galleggianti nel Golfo di Sant’Eufemia, le condizioni del mare continuano a fare indignare. Soprattutto i turisti, coloro che movimentano l’indotto economico; gli stessi il cui passaparola una volta rientrati a casa diventa “sentenza” inoppugnabile. Le attuali condizioni in cui versa il litorale di Pizzo (ma non solo) indispongono: «Abbiamo atteso tutto l’inverno – sostengono alcuni romani – decisi a tuffarci per dimenticare i mesi e lo stress legato alla pandemia ed ora, invece, non facciamo che andare da una spiaggia all’altra perché oltre alla schiuma ed al colore anomalo dell’acqua, c’è anche il problema della sporcizia sull’arenile». Ma non è un discorso soltanto napitino, visto che il fenomeno si spinge oltre: «Abbiamo cercato di spostarci sul litorale ma siamo scappati anche da Bivona. Questi ultimi giorni abbiamo deciso di trascorrerli in strutture balneari perché se il mare continua ad essere sporco, ovviamo con le piscine e di sicuro la spiaggia che hanno in concessione è pulita». Quest’anno, infatti, la Regione ha erogato soltanto 7mila euro per la pulizia delle spiagge di Pizzo, tanto che il commissario Antonio Reppucci aveva incontrato i titolari di lidi e stabilimenti balneari, chiedendo di estendere la pulizia anche oltre la propria concessione. Un discorso che poco interessa a chi viene in vacanza con le dovute aspettative. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria