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Green pass, a Vibo i ristoratori dicono sì e rilanciano: "Anche nei negozi"

Gli imprenditori convinti che questa sia l’unica strada per lavorare. Qualcuno però teme la generale mancanza di «rispetto delle regole»

Per consumare un pasto, un drink o un cono gelato seduti al chiuso dal 6 agosto bisognerà presentare il “Green pass”. Questo accadrà in ristoranti, bar, pub, gelaterie, pasticcerie, caffè e altri luoghi dove si effettua attività di ristorazione con servizio al tavolo. Il Green pass non sarà necessario invece per chi si siederà ai tavoli all’aperto, ma nemmeno per chi consumerà al bancone. Naturalmente anche chi lavora dentro i locali dovrà essere in possesso del Green pass, e quindi aver ricevuto almeno una dose del vaccino, oltre a dover continuare a indossare la mascherina.

Queste le nuove regole che gli imprenditori locali del settore hanno accolto positivamente, in controtendenza rispetto a quanto dichiarato dalla maggior parte dei ristoratori a livello nazionale, i quali temono per un crollo dei profitti. Certo, meglio il Green Pass alla chiusura forzata, ma la soluzione giusta, secondo Biagio Amendola del ristorante il “Saraceno” di Vibo Marina, non può essere il male minore. «Per il comparto ristorativo serve buonsenso – esordisce l’imprenditore – quello che è mancato in questo anno e mezzo di emergenza pandemica. Non si improvvisano misure coercitive per vaccinare tutti – prosegue Amendola–, ma la cosa più assurda è che a settembre con l’aumento dei contagi ci chiuderanno di nuovo».

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