Fonti di inquinamento spuntano come i funghi nel territorio vibonese, basta soltanto cercarli. Spuntano come funghi anche in zone tenute negli anni sotto controllo come quella industriale di Maierato che, in passato, è stata sorvegliata in lungo e in largo in seguito alla “liquefazione” di un’intera collina che diede origine, nel febbraio del 2010, a una frana di proporzioni gigantesche. Comunque sia il Vibonese per quanto riguarda le diverse forme di inquinamento e danni ambientali, è sempre un fronte caldo e la Procura della Repubblica cerca di tenere il passo arginando, per quanto possibile, problematiche che a lungo potrebbero avere ulteriori effetti negativi sui luoghi. Attività che ieri ha riportato gli inquirenti nella zona industriale di Maierato dove, personale della Sezione Pg-aliquota Carabinieri e Capitaneria di porto in collaborazione con i militari della Stazione di Maierato, hanno posto sotto sequestro due distinte aree: quella all’interno della “Dr service srl” e una poco distante a ridosso di un’azienda agricola del luogo. Misura cautelare scaturita in seguito a complesse indagini nel settore ambientale – condotte anche con l’ausilio di un drone oltre che con il contributo dei tecnici dell’Arpacal – coordinate dalla Procura che hanno, appunto, portato all’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo urgente da parte del procuratore Camillo Falvo e del sostituto Filomena Aliberti, che ipotizzano il reato di inquinamento ambientale e di realizzazione di discarica abusiva. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro