C’è impasse sulla vertenza dell’Abramo Customer Care e per i 3.500 dipendenti dell’azienda operante nel settore dei call center tra Crotone, Catanzaro e Montalto Uffugo si aprono prospettive poco rassicuranti. Non sono emerse novità positive ieri dal tavolo di crisi convocato dal ministero dello Sviluppo economico per fare il punto sulla vertenza dopo l’asta per la vendita andata deserta lo scorso 27 luglio davanti al Tribunale di Roma. «Non sfugge a nessuno però come il fallimento del concordato apra scenari cupi», è l’allarme delle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom. Per i sindacati adesso si rende necessario «salvare ogni singolo posto di lavoro». In tre ore di discussione s’è ragionato sugli scenari futuri che potrebbero interessare la Abramo CC. Su tutti, c’è la riproposizione di una nuova asta al ribasso per rilevare lo stabilimento (prospettiva che adesso appare difficile ammettono gli stessi sindacati); poi, c’è l’ipotesi dell’amministrazione controllata che consentirebbe all’azienda di andare avanti per due anni massimo, sotto il controllo del giudice e di un commissario giudiziale nominato da quest'ultimo; infine, resta sempre all’orizzonte lo spettro del fallimento.
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