Alle prime ore di questa mattina, a seguito di attività investigative, coordinate dalla Dda di Catanzaro, diretta dal Procuratore Capo dott. Nicola Gratteri, personale della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Michele Bentornato, classe 85, e Vincenzo Tino Giampà, classe 68, entrambi contigui alla cosca “Giampà” di Lamezia Terme, in quanto ritenuti responsabili in concorso del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, finalizzata ad ottenere una illecita somma di denaro da un esercente di una attività commerciale di Lamezia Terme. La richiesta di misure cautelari, avanzata al Gip Distrettuale dal Procuratore aggiunto dott. Vincenzo Capomolla e dal Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Chiara Bonfadini, si è basata sulle attività investigative, realizzate dagli stessi Uffici Investigativi e svolte con l’attivazione anche di diversi presidi tecnici.
Le indagini
Sono state ricostruite le fasi e le dinamiche operative dell’evento delittuoso. In particolare è stato accertato che Bentornato è stato l’intermediario e l’esattore dell’attività estorsiva su mandato di Giampà, al quale è stata contestata anche l’aggravante di aver commesso il reato pur essendo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Polizia. I fatti, oggetto delle contestazioni nei confronti dei due indagati, hanno trovato fondamento nell’attività investigativa, finalizzata a verificare una rinnovata operatività di esponenti della cosca “Giampà” che, successivamente a periodi di sofferta detenzione, si sarebbero riattivati in attività estorsive a carico di esercenti commerciali con sede in zone “storicamente” sotto il controllo criminale della cosca, come quelle ricadenti su via del Progresso di Lamezia Terme, ove sono ubicate importanti attività commerciali.
I due arresti
Michele Bentornato, a riscontro delle attività investigative avviate, era stato arrestato il 3 agosto, sorpreso, in flagranza di reato, con la somma di 400euro, abilmente occultata in una scatola, appena ricevuta dalla vittima e, pertanto, il provvedimento gli è stato notificato nel luogo di detenzione, mentre Vincenzo Tino Giampà è stato arrestato e, dalla propria abitazione, portato nella locale Casa Circondariale.