L’inchiesta della magistratura che coinvolge il sindaco Sergio Abramo rappresenta l’ennesimo stop per una classe politica con un grave deficit di credibilità. Il primo cittadino avrà modo e tempo per smontare le accuse che gli vengono mosse dalla Procura. Il punto, però, è un altro. Negli ultimi mesi sono stati diversi gli esponenti politici di primo piano a finire sotto la lente degli inquirenti. Qualche mese fa era toccato prima a Claudio Parente e poi a Mimmo Tallini. Non proprio gli ultimi arrivati: il primo, ex capogruppo di Forza Italia alla Regione, l’altro, alla guida del Consiglio regionale nella sfortunata legislatura segnata dalla prematura scomparsa di Jole Santelli. La questione morale s’intreccia con la perdita di centralità del capoluogo nello scacchiere politico calabrese. Con i vertici del centrodestra, coalizione che si appresta a vincere le prossime elezioni regionali, coinvolti in indagini giudiziarie, Catanzaro potrebbe essere ancor di più relegata a un ruolo di secondo piano nella Giunta che verrà. Un bel guaio per una una città ormai “abituata” da tempo ad essere esclusa dai più importanti processi decisionali.
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