L’odore acre invade ancora le narici di chi passa con i finestrini dell’auto aperti per la strada che attraversa la pineta del quartiere Siano. I segni del devastante incendio sono ampi e ben visibili e continueranno ad esserlo ancora per molto tempo: uno squarcio nero e marrone sul volto dell’area verde alle porte del centro cittadino che rimarrà a ricordare come cambiamenti climatici, interessi privati, mancata prevenzione e incuria siano un mix letale per la fauna e la flora.
Tornare ad una decina di giorni di distanza dall’acme del rogo a percorre in auto le strade che si aprono in mezzo alla pineta o sorvolarla con un drone restituisce ancora quel senso di impotenza provato mentre i pochi uomini e mezzi a disposizione provavano a spegnere un vero e proprio inferno.
Il versante Nord-Est delle colline, quelle che possono essere viste dal quartiere Janò, si presentano profondamente segnate dalle fiamme. Fiamme che, arrivate sino in fono alla vallata, sono risalite proprio fino a Janò. Dall’altra parte, salendo dall’ingresso di Siano verso la pineta, il paesaggio è spettrale. Basta soffermarsi un attimo a guardare verso il fondo valle per capire l’entità dei danni.
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