La nomina di un commissario straordinario per velocizzare progettazione esecutiva, i lavori e dunque la definitiva costruzione del nuovo ospedale del capoluogo: è questa la sollecitata richiesta formulata dalla segreteria della Fp-Cgil Area Vasta. Una proposta che sembrerebbe andare contro corrente, rispetto alla richiesta di rimozione di tutti i commissari oggi presenti nella sanità pubblica calabrese ma che troverebbe fondamento, invece, proprio nelle molteplici interruzioni e ritardi, problemi sui lavori oltre che questioni giudiziarie non secondarie, registrati nella tanto agognata costruzione del nuovo nosocomio vibonese. L’ultimo caso, infatti, in ordine di tempo, è stato il sequestro preventivo ad opera della Guardia di Finanza, avvenuto nel dicembre 2020, dei lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche. Tutte opere complementari, insieme alla strada di accesso, previste prima di poter avviare i lavori dell’opera centrale. Ma la storia di questa «opera fondamentale per i cittadini e il territorio vibonese» parte da lontano, ed ha una unica, sola, costante certezza: i tempi variabili. In principio, infatti, fu la posa della prima pietra avvenuta nel 2004. Poi, via via, nel corso degli anni, si è trattato sempre di rinvii e ritardi sui lavori, tanto da mettere in dubbio la stessa realizzazione dell’opera. Così, dal riscontro della presenza di metalli pesanti nel sito, concludendo con i vari sequestri preventivi da parte della Guardia di finanza di parte dei cantieri. Il tutto, inframmezzato dalle varie riunioni convocate in Prefettura, con tanto di soggetti istituzionali, responsabili regionali, ditta costruttrice e parti sociali, per verificare l’andamento dei lavori ed aggiornare il famoso cronoprogramma. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro