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Infiltrazioni negli appalti pubblici a Catanzaro, chieste tre condanne per i Lobello

La requisitoria del pm Calcagno. Secondo l’accusa gli imprenditori avrebbero avuto legami con i clan

La sede del gruppo imprenditoriale Lobello a Catanzaro

Condannare il padre e i suoi due figli, questa la richiesta del pm della Dda Veronica Calcagno per gli imprenditori Lobello al centro dell’inchiesta “Coccodrillo” che ha svelato l’infiltrazione delle cosche nel gruppo imprenditoriale. Ieri si è tenuta la prima udienza del processo con rito abbreviato davanti al gup Matteo Ferrante. Durante la sua requisitoria il sostituto procuratore Calcagno ha chiesto la condanna a 12 anni per Giuseppe Lobello, mentre 8 anni per il padre Antonio e il fratello Daniele. L’udienza è stata poi aggiornata al 19 ottobre quando inizieranno le arringhe degli avvocati difensori Enzo De Caro, Piero Mancuso, Saverio Loiero e Francesco Gambardella. La Dda a giugno aveva chiesto il giudizio immediato per gli imprenditori titolari dell’omonima azienda di costruzioni tra le più note dell’intera provincia. Secondo gli inquirenti grazie ad un sistema di società, formalmente intestate a terzi ma tuttavia gestite dai Lobello, avrebbero cercato di sottrarre il proprio patrimonio da possibili sequestri dopo che, tra l’altro, alcune loro società erano state attinte da interdittive antimafia emesse dalla Prefettura del capoluogo di regione.

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