«I due pubblici ufficiali «favorivano la permanenza illecita degli stranieri» in Italia. Come? Agendo «nelle fasi delle notifiche che venivano falsificate». Ieri, davanti al Gup del Tribunale di Crotone Michele Ciociola, in due ore di requisitoria il pubblico ministero, Alessandro Rho, ha ripercorso le contestazioni che gravano sui due indagati dell’inchiesta “Ikaros” che hanno scelto l’abbreviato. Si tratta di Salvatore Panciotto, il 38enne poliziotto dell’Ufficio immigrazione della Questura, e Gennaro Mazza, 67 anni, componente della commissione territoriale della Prefettura. A maggio 10 imputati sono stati rinviati a giudizio e altri 3 hanno patteggiato, nell’ambito del procedimento scaturito dall’operazione “Ikaros” sui permessi di soggiorno fatti avere a chi non ne avrebbe avuto diritto, scattata lo scorso 17 febbraio con l’esecuzione di 24 arresti. Il pm ha proposto 6 anni e 8 mesi di carcere per Panciotto e 5 anni e 4 mesi per Mazza, entrambi accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione e falso ideologico. Il rappresentante dell’accusa ha iniziato la sua discussione, ricostruendo «il meccanismo» del «pendolarismo degli stranieri tra l’Italia e l’Iraq mirato solo ad ottenere il permesso di soggiorno per circolare in Europa». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro