'Ndrangheta, inchiesta Dedalo. Il presidente della Provincia di Vibo non si dimette: "Sono onesto"
Il presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta «Dedalo», in cui è indagato per corruzione, scambio elettorale politico mafioso con il cugino Giuseppe D’Amico, una delle principali figure dell’indagine e considerato referente del clan Mancuso di Limbadi, e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa, non si dimette. "Ci sono momenti - afferma in una dichiarazione Solano, sindaco di Stefanaconi, che si dice «fiducioso di poter chiarire presto la propria posizione» - in cui la cosa più facile sarebbe quella di abbandonare il proprio ruolo e lasciare che il tempo sistemi tutto, facendo affiorare la verità. Di fronte alle accuse che mi sono state mosse dalla Procura di Catanzaro ho interrogato la mia coscienza, l’unica che avrebbe potuto darmi una risposta nelle scelte da assumere. Ho ripercorso la mia vita, fatta di impegno sociale e di tante battaglie per l’affermazione della Giustizia e della legalità. Proprio quegli ideali, che non ho mai abbandonato, mi hanno spinto ad impegnarmi in politica. Per mio carattere ho sfidato l’impossibile, così appariva la situazione della Provincia di Vibo Valentia. Tanto lavoro, tanta dedizione, tanta passione, hanno fatto si che l’impossibile diventasse possibile». Dal presidente della Provincia di Vibo Valentia, dunque, si conferma «piena fiducia nella Giustizia. Credo nel sistema democratico liberale in cui sono cresciuto come uomo e come politico e nei suoi punti fermi. Per cui ritengo che l’interesse generale sia quello di mantenere gli impegni assunti fino a che la legge mi darà quella fiducia che sta alla base della presunzione di innocenza. Chi crede nella legge e nella democrazia non può esprimere diversamente la propria fede. Ciò che intendo fare per il bene dei cittadini - sottolinea ancora - è collaborare al massimo affinché i tempi di risposta della giustizia siano brevi. Ai cittadini della Provincia di Vibo Valentia darò, pertanto, prova di essere stati amministrati da una persona libera, con un alto senso delle Istituzioni e, soprattutto, onesta».