La Dda di Catanzaro insiste. I magistrati del pool antimafia guidati da Nicola Gratteri sono non solo convinti che il presunto boss Carmelo Bagalà dominasse la vita politica ed economica di Nocera Terinese e Falerna, ma che attorno a lui ci fosse una rete di amministratori, professionisti e imprenditori pronti a stringere con lui alleanze tanto fruttuose quanto inconfessabili. Che la Procura punti molto a irrobustire l’impianto accusatorio messo in piedi contro la presunta cosca del litorale tirrenico lo confermano i recenti passaggi che riguardano alcuni degli indagati. L’ultimo è quello dell’ex sindaco di Nocera Luigi Ferlaino, per cui il Gip Matteo Ferrante ha disposto la sostituzione degli arresti domiciliari con il divieto di dimora fuori dalla Calabria. Si tratta tecnicamente di una decisione che allevia la misura, ma non è un dettaglio che il pm avesse espresso parere contrario. Il giudice, che dapprima ordinando gli arresti domiciliari lo aveva definito «soggetto dalla spiccata capacità delinquenziale che, nel corso del tempo, forte dell'ausilio offertogli dal sodalizio capeggiato dal Bagalà, ha depredato le casse pubbliche del comune di cui era sindaco», ha ritenuto che il suo «contributo» alla presunta organizzazione mafiosa sarebbe «non paragonabile a quello di altri concorrenti esterni». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro