Dal suo “quartier generale” a Isca, l’ex latitante Cosimo Damiano Gallace ha continuato a curare gli interessi della cosca. Protetto dagli occhi elettronici dell’impianto di videosorveglianza, installato per controllare tutta l’area circostante l’appartamento, il reggente del clan Gallace ha diretto indisturbato gli affari del sodalizio criminale, almeno fino alla sua cattura. Nel bunker (ricavato nella camera da letto dietro a una specchiera), all’interno del quale si era rintanato all’arrivo dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro, i militari hanno trovato 35mila euro, custoditi in un trolley, un tablet, 9 telefoni, di cui 2 danneggiati prima di essere scoperto nel bunker, varie sim non ancora attive e l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza. Il tutto è stato sequestrato dai carabinieri. Si tratta, ovviamente, di materiale preziosissimo sul quale il nucleo investigativo di Catanzaro ha già avviato gli accertamenti, a caccia di indizi. Tablet e telefonini, infatti, possono rivelarsi fondamentali per acquisire informazioni utilissime sui contatti tenuti dall’ex latitante durante gli oltre dieci mesi di latitanza, per poter gestire, dal suo covo (quasi) impenetrabile, le attività della cosca.
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