Sono trascorsi 62 anni dalla tragedia dell’11 ottobre 1959, data che segnò una delle pagine più drammatiche della storia contemporanea di San Nicola da Crissa. Era in corso la festa del Santo Rosario, evento molto atteso sia in paese che nel circondario; terminato il concerto musicale del sabato (momento clou dei festeggiamenti civili), le migliaia di persone che avevano preso parte alla serata si erano radunate in via Roma per assistere allo spettacolo pirotecnico, che quell’anno si preannunciava di grande portata. Infatti, era stata organizzata una gara tra due fochisti famosi, con in palio 100mila Lire, somma cospicua per quegli anni.
I primi fuochi d’artificio colorarono il cielo sannicolese, entusiasmando gli innumerevoli presenti. Ma, all’improvviso, qualcosa andò storto. Il diciottesimo petardo non esplose in cielo, ma, forse perché troppo carico, prese un’altra direzione, andando a deflagrare in mezzo alla folla, su un cumulo di ghiaia che si trasformò in micidiali proiettili. La gente cominciò a correre terrorizzata; molti dei residenti nel luogo della catastrofe aprirono le porte delle proprie abitazioni per mettere al sicuro quante più persone possibili e per prestare un primo, approssimativo, soccorso ai tanti feriti, nell’attesa che le poche automobili disponibili in paese li trasportassero in ospedale.
Il bilancio fu tragico: cinque morti (Antonia La Face, Pasquale Martino, Stefano Galati, Tommaso Marchese e Gregorio Costa) e centocinquanta feriti, molti dei quali gravi. Stando a diverse testimonianze, durante la mattina precedente alla catastrofe, alcuni cittadini, preoccupati dalla poca distanza tra il centro abitato e il posto scelto per accendere i fuochi, avevano segnalato la questione alle autorità.
Il sindaco e i carabinieri condussero l’ispezione, ma tutto risultò regolare, pertanto i mortaretti rimasero sistemati nel luogo prestabilito. Tutte le principali testate giornalistiche nazionali si occuparono della disgrazia: Il Corriere della Sera, in particolare, dedicò all’accaduto un ampio spazio nell’inserto “La Domenica del Corriere”, con un’accurata riflessione sociologica di Indro Montanelli. Questa mattina la confraternita del Santissimo Rosario, guidata dal priore dott. Vito Carnovale, ha deposto una corona di fiori presso il monumento commemorativo della tragedia. Le cinque vittime, stasera, saranno ricordate con una messa in loro suffragio.
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