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Paziente morto in una clinica di Cotronei, a giudizio sei sanitari

L’uomo sarebbe rimasto incastrato tra le fasce di contenzione che hanno lo scopo di limitare i movimenti volontari della persona per impedire che si rechi danno

Finiscono a processo i 6 sanitari accusati della morte di Maurizio Manica, il paziente 61enne trovato senza vita la mattina del 19 giugno 2019 nella clinica privata “Casa Giardino” di Cotronei nella quale era ricoverato. Ieri il Gup del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, ha rinviato a giudizio tre medici, tra i quali l’ex consigliere regionale Emilio De Masi, due infermieri ed un operatore socio-sanitario della Rsa.

Per loro il dibattimento inizierà il 25 novembre. Secondo la tesi accusatoria, Manica, affetto da sindrome di Down, è deceduto per «insufficienza toracica – come viene riportato nelle carte dell’inchiesta condotta dai carabinieri di Petilia Policastro – nonché compressione della porzione laterale del collo dovuta all’utilizzo di mezzi di contenzione». In pratica, l’uomo sarebbe rimasto incastrato tra le fasce di contenzione (che hanno lo scopo di limitare i movimenti volontari della persona per impedire che si rechi danno) con le quali, tra le 19.30 e le 7, del 19 giugno 2019, era stato assicurato al letto.

Per il pubblico ministero Ines Bellesi, l’impiego della «triplice cintura di contenzione» per tenere Manica «bloccato» nel letto della sua stanza «non era giustificato da presupposti clinici, circostanziali ed emergenziali», in quanto il 61enne non era un paziente psichiatrico.

Oltre a De Masi, direttore sanitario di “Casa Giardino”, che deve rispondere di privazione della libertà personale aggravata, sono stati rinviati a giudizio: il medico reumatologo Gabriela Oliveti, titolare della clinica, accusata di sequestro di persona; il medico Annibale Oliveti, responsabile della struttura, a cui viene contestato il sequestro di persona e il reato di falso; l’infermiera Caterina Tedesco che deve rispondere di privazione della libertà personale; l’infermiera Giuseppina Fabiano, accusata a sua volta di omicidio colposo e lesioni colpose; e l’operatore socio-sanitario Antonio Pugliese, accusato anch’egli di omicidio colposo e lesioni colpose. Inoltre, i tre medici e Tedesco devono rispondere pure del reato di morte come conseguenza del sequestro di persona, che sarebbe stato compiuto ai danni di Manica.

Il collegio difensivo che assiste gli imputati è formato dagli avvocati Leo Sulla, Giovanni Scordamaglia e Luca Tricoli. La parte civile, i familiari di Manica, è rappresentata dagli avvocati Nuccio Barbuto, Antonio Greco e Ferruccio Manica.

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