Truffe, società cartiere e spunta anche un omicidio. Ieri ha preso per la prima volta la parola il neo pentito Tommaso Rosa. Il collaboratore di giustizia è stato sentito nel processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta Basso Profilo e che vede in attesa di giudizio 25 persone. Rosa rispondendo alle domande del pm Paolo Sirleo ha confermato quanto messo a verbale nel primo interrogatorio svolto davanti ai magistrati della Dda di Catanzaro e già depositato nella precedente udienza.
Il pentito sollecitato sui suoi rapporti con esponenti della cosca di Roccabernarda ha sostenuto di aver fornito alcune schede sim che sarebbero state utilizzate per l’omicidio di Rocco Castiglione avvenuto il 31 maggio del 2014. Tommaso Rosa ha detto anche di essere stato avvicinato per offrirgli un altro compito nel piano omicidiario ma l’attuale collaboratore si sarebbe defilato fingendosi malato e facendosi ricoverare. Il collaboratore di giustizia ha spiegato il complesso sistema di società cartiere utilizzate per truffe ed emissioni di fatture false. Ha anche spiegato che una parte di quei proventi veniva versata ai clan della zona come forma di “regalo” in particolari occasioni festive ogni anno.
C’è attesa invece per le dichiarazioni annunciate dalla moglie Concetta Di Noia. La donna, che è apparsa in videoconferenza di spalle, ha chiesto e ottenuto di poter fare spontanee dichiarazioni nell’udienza prevista per domani. Secondo quanto annunciato l’imputata ha anche scelto di cambiare il collegio difensivo che l’aveva fin qui rappresentata.
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