A 65 anni, compiuti lo scorso 10 settembre, è scomparso, nella sua Cirò Marina, Vincenzo Librandi; calciatore del U.S. Crotone negli anni ‘70, il suo talento smisurato, straordinario è diventato un mito nel mondo sportivo, non solo Crotonese. Genio e sregolatezza, antesignano della figura dell’ala tornante che poi sarà introdotto dai campioni olandesi nel Milan, «come attaccante sulla fascia destra, Cecè Librandi – raccontano gli ex compagni di squadra - non aveva rivali». Cresciuto nel Krimisa di mister Cataldo Morelli, l’allenatore, si prodigò per portarlo al grande Napoli di Bruscolotti; malgrado il successo clamoroso che riscosse il giovanissimo giocatore calabrese nel provino, in cui segnò anche due gol, rinunciò al sogno della Serie A, deciso a non volersi staccare dalla sua terra. Per lui si aprirono così le porte dell’U.s. Crotone che gli fece spazio, da subito, in prima squadra, e dove finì la carriera da professionista il 1. luglio 1975. Librandi però aveva il calcio nel sangue; continuò quindi a giocare dando spettacolo con il suo estro atletico e le prodezze sottorete, nella Cariatese, che allora militava in Eccellenza; poi, nella Rossanese, in Serie D, ma un giorno un terribile scontro aereo con un avversario per il quale finì in coma per qualche giorno. L’incidente segnò l’addio definitivo dai campi di Cecè Librandi e di una carriera con troppi se e rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato.