Il centro vaccinale dell’ospedale Ciaccio-De Lellis, che ha vaccinato circa 50 mila persone e gran parte dei pazienti fragili in quanto ospedale di riferimento oncologico per la città di Catanzaro, venga mantenuto. È questa la richiesta di un gruppo di medici e infermieri del centro vaccinale dell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro (medici: Elena Bova, Francesco D’Amico, Saverio Gualtieri, Alessio Bulotta, Caterina Laria, Vita Maria Margheriti,,Tommaso Scarpino, Annamaria Dagostino; infermieri Ilenia Costantino, Giovanna Puzzonia, Noemi Lasca, Vilma Vivino, Francesca De Paola, Andrea Luca Martello) al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. «Il centro - hanno ricordato - è l’unico rimasto nella città perché l’hub è a Catanzaro Lido. Ha accolto pazienti provenienti da altre regioni italiane in quanto adotta anche il sistema Confort-in ovvero un sistema di siringa senz’ago per quanti soffrono di belonefobia, istituendo una buona pratica che diminuisce l’emigrazione sanitaria in quanto presente in pochissime realtà del nostro Paese. Il nostro centro è l’unico punto di riferimento della città anche per quella quota di utenti che richiedono una vaccinazione in ambiente protetto, possibile in un grande ospedale come il nostro. Questi mesi ci hanno permesso di acquisire una esperienza preziosa in termini sanitari ed umani siamo certi che lei saprà valutare e decidere nell’interesse dei cittadini». I sanitari hanno anche apprezzato «il suo primo atto, appena insediato, di revoca dell’assurdo provvedimento inerente l’azzeramento di quasi tutti i centri vaccinali della nostra Regione emanato dal Presidente della Protezione Civile e dal Commissario Guido Longo deciso in relazione al numero di prenotazioni sulla piattaforma per sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Vogliamo a tal proposito sottolineare che le poche prenotazioni riscontrabili in questo momento in tutta la Regione sono prodotto della scarsa informazione e conseguente confusione dei cittadini circa la tempistica e la candidabilità alla terza dose e che, anche senza prenotazione, nei nostri centri si continua a vaccinare ancora con prime e seconde dosi. La nostra esperienza di questi mesi ci dice che ancora c’è molto da fare e la scelta di quale centro chiudere non può non essere condivisa con i referenti istituzionali del territorio, con i Sindaci ed i commissari o Direttori generali delle Aziende Ospedaliere o Sanitarie e soprattutto con il Presidente della Regione. Occorre una mappatura dei centri vaccinali che definisca non solo numeri ma ubicazione nei territori ed esperienze maturate».