Nella notte del 10 ottobre del 2018 – notte in cui si è persa ogni traccia di Francesco Vangeli, 26 anni di Scaliti di Filandari – due telefonini sarebbero stati agganciati dalla stessa cella telefonica situata nel territorio di Dinami, al confine con Laureana di Borrello (in provincia di Reggio Calabria). In altre parole il telefono cellulare della vittima (di cui si ha traccia solo fino a pochi minuti dopo la mezzanotte) e quello dell’imputato, accusato di concorso in omicidio e attualmente sotto processo davanti alla Corte d’Assise, si sarebbero trovati nella stessa zona. In particolare il telefonino intestato e in uso ad Antonio Prostamo, 32 anni di San Giovanni di Mileto (difeso dall’avv. Sergio Rotundo e dall’avv. Giuseppe Grande) è stato agganciato nella zona a cavallo tra Dinami e Laureana – la stessa in cui fu rinvenuta bruciata l’autovettura (una Ford Fiesta) della vittima – all’1.04 della notte del 10 ottobre di tre anni fa. Un particolare di non poco conto, visto tra l’altro che Prostamo avrebbe dovuto trovarsi ai domiciliari nella sua abitazione della frazione di Mileto, emerso ieri nel corso dell’esame del vice brigadiere Danilo Curcio. Il testimone, rispondendo alle domande del pm distrettuale Annamaria Frustaci, ha di fatto illustrato alla Corte il contenuto di un’attività integrativa d’indagine. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro