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Corrispondenza abbandonata a Pizzo: vanno avanti le indagini dei carabinieri

Intanto per il Comune il caso potrebbe essere considerato chiuso. La relazione del dirigente sarà acquisita agli atti dagli inquirenti

Per il Comune il caso potrebbe essere considerato chiuso, ma per Carabinieri e Procura, no. Per l’ente la corrispondenza (scatoloni di comunicazioni) non è stata abbandonata ma, “semplicemente” doveva essere differenziata, ciò però non ha bloccato le indagini dei carabinieri che, con il coordinamento della Procura, vanno avanti. Inoltre la relazione presentata dal dirigente comunale – in tal senso avevano sollecitato i commissari che hanno avviato un’indagine interna – sarà acquisita agli atti.
In essa c’è un tentativo di giustificare la presenza dei plichi lasciati accanto al muro del cortile interno del Municipio. Perché sabato erano appoggiati nella parete tra la sala consiliare ed il locale occupato dalla Prociv: un’area di libero accesso a tutti, nonostante nella relazione emerga che «il materiale – scrive il dirigente – non è stato abbandonato ma è stato depositato in 2 o forse 3 cartoni, nel cortile privato del Comune recintato e non accessibile al pubblico, in attesa di essere ritirato, come da prassi consolidata per tutto il periodo di riordino, dalla ditta per lo smaltimento della carta».
Eppure i carabinieri delle Stazioni di Pizzo e Filadelfia hanno sequestrato il materiale nella predetta area libera e accessibile a tutti (esterna alla recinzione). Inoltre, contattato il responsabile della Calabra maceri, Benito Adimari, ha riferito che non gli risulta alcun servizio di ritiro particolare e né comunicazioni da parte del Comune in quei giorni.

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