La linea del Sant’Anna Hospital passa anche al Consiglio di Stato. Quel silenzio dell’Asp sulle istanze di conclusione del procedimento finalizzato alla stipula del contratto 2020 per le prestazioni ospedaliere e sanitarie era e resta illegittimo. È il succo della pronuncia attraverso la quale i giudici amministrativi di secondo grado ieri hanno rigettato uno dei due ricorsi d’appello che l’Asp aveva presentato per provare a sovvertire le ultime sentenze favorevoli alla struttura convenzionata, targata Gianni Parisi, che martedì ha incassato proprio dall’Asp i primi 2,5 milioni di euro di un bottino ben più corposo e che lunedì riprenderà ricoveri e attività chirurgiche. A venti giorni dall’udienza, in pratica, il Consiglio di Stato ha chiuso la questione del contratto sbarrando la strada a eventuali sorprese che una pronuncia favorevoli alla tesi sostenuta dall’Asp avrebbe potuto riservare proprio sul contratto 2020 ovvero su quel provvedimento che, seppur ancora soltanto sulla carta, salva l’annus horribilis del Sant’Anna Hospital e che l’Asp firmò soltanto come «mera applicazione della sentenza» poi appellata. L’appello però non ha cambiato le carte in tavola e adesso l’attesa si sposta tutta sul piano dell’erogazione di risorse che il contratto quantifica in 20 milioni di euro, quattro in meno della cifra da sempre quantificata dai vertici del Sant’Anna Hospital. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro