Catanzaro, Crotone, Vibo

Domenica 24 Novembre 2024

Le “mani” sul porto di Badolato, regge l’accusa

La Corte di Cassazione

Regge anche in ultimo grado l’impianto accusatorio disegnato dagli investigatori che condussero l’indagine “Itaca Free Boat”. La Suprema Corte di Cassazione ha infatti confermato le condanne irrogate dalla Corte d’Appello di Catanzaro ai principali imputati del processo scaturito dall’operazione antindrangheta, scattata nell’estate del 2013 e condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro. L’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro e della Polizia, mise in luce tra le altre cose anche l’influenza che la cosca locale esercitava sulle attività del porto. La Corte di Cassazione che si è pronunciata sui ricorsi presentati dagli imputati contro le condanne di secondo grado, ha rigettato quelli proposti da Vincenzo Gallace, boss dell’omonima cosca di Guardavalle (attualmente detenuto), Vincenzo Gallelli, suo braccio destro a Badolato; Alfredo Beniamino Ammiragli e Pietro Gianfranco Gregorace, condannati al pagamento delle spese processuali. Ha dichiarato, invece, inammissibili i ricorsi presentati da Giuseppe Compagnone e Vittorio Tucci che ha condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della cassa delle ammende. È stata, invece, annullata senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Andrea Gallelli in ordine al reato di detenzione di armi, estinto per prescrizione; annullata senza rinvio anche la sentenza nei confronti di Maurizio Gallelli e Nicola Romeo Arena (nel frattempo deceduto) in ordine al reato di violenza privata, in quanto prescritto. La Suprema Corte ha rigettato nel resto i ricorsi di Maurizio Gallelli, rideterminando la pena per i delitti residui in 15 anni e 8 mesi di reclusione. Annullata ancora – ma con rinvio davanti ad altra sezione della Corte d’Appello per una nuova pronuncia – la sentenza nei confronti di Antonio Saraco, Liberata Carnovale, Pasquale Saraco, Nicolai Saraco, Francesco Saraco e Domenico Saraco, limitatamente alla disposta confisca dei beni. Ha rigettato nel resto il ricorso presentato da Antonio Saraco. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

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