E' morto Vincenzino Iannazzo, detto il "moretto", ritenuto capo dell'omonima cosca mafiosa di Lamezia Terme. Il 67enne, malato da tempo era detenuto al Sai (Servizio di assistenza intensificato) del carcere di Parma. Vincenzino Iannazzo era considerato il capo storico del clan, capace di gestire gli affari di famiglia perfino dall’Irlanda. Ma questo oltre un decennio fa. Il 67enne, nonostante le sue condizioni di salute, era al 41 bis, regime a cui è stato di nuovo sottoposto dopo le polemiche che, un anno fa, accompagnarono alcune scarcerazioni motivate dai rischi Covid, tra cui la sua.
Nei mesi scorsi, ad occuparsi di Iannazzo è stata l’associazione “Yairaiha Onlus” che, da anni, lotta per i diritti dei detenuti, che lanciò un appello affinché il capoclan di Sambiase fosse messo nelle condizioni di poter essere curato. Iannazzo, spiegarono gli attivisti dell’associazione, «soffriva di una serie di patologie fra le quali spiccava, per gravità e manifestazioni che comportava, la demenza a corpi di Lewy». La malattia, diagnosticata dal reparto di Medicina protetta dell’ospedale di Belcolle di Viterbo dove è stato ricoverato da giugno a novembre 2020, comporta «gravi deficit di tutte le funzioni cognitive (memoria, attenzione, ragionamento, linguaggio), allucinazioni visive con conseguenti stati di agitazione e difficoltà a svolgere in maniera autonoma le attività del vivere giornaliero». Un quadro «di assoluta gravità», nonostante il quale Iannazzo è rimasto detenuto al Servizio di assistenza intensificato del carcere di Parma. Dove ieri è morto.