Il procuratore Giuseppe Capoccia ha operato con «correttezza» e «assoluta imparzialità» nel corso della vicenda relativa alla mancata rimozione, nell’estate 2018, della tribuna coperta dello stadio “Ezio Scida” da parte del Comune. Lo scrive la sezione disciplinare del Csm nelle motivazioni della sentenza con la quale, lo scorso 22 ottobre, ha assolto il capo dell’Ufficio inquirente di Crotone dall’accusa di inerzia per non aver indagato l’ex sindaco Ugo Pugliese e tutti coloro che, tre anni fa, non avrebbero ottemperato all’obbligo dell’allora Sovrintendenza ai Beni archeologici di Crotone-Cosenza-Catanzaro, di smantellare le strutture amovibili dell’impianto calcistico comunale perché ricadenti su un’area archeologica. «Il procuratore della Repubblica – osserva il Consiglio superiore della magistratura, che in un primo momento aveva condannato Capoccia alla sanzione della censura – all’esito di un’attenta e diligente ricostruzione dei fatti, immune da errori e fondata su plurimi e ragionevoli argomenti giuridici, decise di non procede all’iscrizione nel Modello 21 o in quello 44 (indicando i nomi dei presunti autori di illeciti penali: n.d. r.) stante l’insussistenza di fatti suscettibili di integrare una “notizia criminis” ex articolo 335 del codice di procedura penale (che obbliga i pm ad aprire un’indagine appena vengono a sapere di una notizia di reato: ndr)». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro