Un boato a pochi passi dalla caserma dei carabinieri e dallo stadio di Lamezia ha scosso il torpore di una serata autunnale. Così è tornata nelle scorse ore in città la paura delle bombe e degli atti intimidatori che pare si stiano verificando negli ultimi tempi con una cadenza sempre maggiore.
L’ordigno scoppiato in via Monsignore Luisi poco dopo le 21,40 di lunedì era sì rudimentale, ma evidentemente ad alto potenziale. Una bomba carta che poteva far male. Almeno due, entrambe dello stesso nucleo familiare, le auto danneggiate dall’esplosione, che ha frantumato anche alcune vetrate delle abitazioni che si trovano nelle vicinanze. I danni causati alle due vetture – una Fiat 500 e un’Alfa Romeo 145 sono ingenti, ma sono sia la dinamica del fatto – avvenuto in pieno centro e in un’ora non così tarda – che l’escalation delle ultime settimane a preoccupare la comunità.
I carabinieri intervenuti sul posto assieme ai Vigili del fuoco hanno avviato le indagini del caso, su cui di certo non manca l’attenzione della locale Procura diretta da Salvatore Curcio ma anche della Dda del capoluogo guidata da Nicola Gratteri.
Gli inquirenti tengono i fari puntati sul territorio lametino ben sapendo che storicamente è al centro di forti interessi criminali e diviso in precise aree di influenze tra le principali famiglie di ‘ndrangheta della zona. Retate e inchieste hanno decimato le cosche storiche ma evidentemente ci sono sempre le nuove leve pronte a occupare spazi e ruoli lasciati vuoti dai vecchi boss.
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