Al ristorante e nei luoghi pubblici l’accesso è consentito ma l’asticella delle precauzioni in tempo di pandemia è piuttosto alta ed è giusto che sia così. Preoccupa, e non poco, invece, quanto avviene all’ingresso dell’ospedale Jazzolino dove l’ingresso è pressoché libero. Il personale addetto alla vigilanza è sempre pronto a chiedere a chiunque si appresta a varcare il cancello d’ingresso “dov’è diretto”; provvede a misurare la temperatura e poi, via libera: «Può andare». Il green pass, o certificato verde come viene definito, non esiste. Così l’ospedale, luogo di cure, di pazienti fragili e di sanitari impegnati nelle loro attività, rappresenta potenzialmente un luogo ad alto rischio non solo per i ricoverati ma anche per medici, infermieri e tutto il personale che orbita all’interno della struttura. «Inutile nasconderlo – commenta uno dei sanitari che in ospedale passa gran parte della sua giornata – l’ingresso in questa struttura ha sempre rappresentato un problema. Ma di questi tempi la vigilanza e l’attenzione dovrebbero essere al massimo. Invece il nosocomio è sempre frequentato da gente che si aggira ovunque». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro