Rocco Mangiardi è un uomo piccolo solo di statura. Sa far sentire la sua voce e quando parla, oggi come in passato, non lo fa certo per smania di protagonismo o per qualche altro secondo fine. Mangiardi, originario del Vibonese, conosce bene la realtà lametina perché in città vive e lavora da tanti anni. Qui ha costruito la sua vita e la sua famiglia, e qui è diventato un simbolo perché ha avuto il coraggio di non sottostare alla protervia dei parassiti che pretendono di appropriarsi del frutto del sudore altrui. Non è rimasto in silenzio nelle aule di giustizia anni fa e non si gira dall’altra parte ora che il fragore delle bombe ha cominciato a risuonare nelle nottate lametine. Il suo appello assume un significato particolare dopo l’esplosione che, nei giorni scorsi, ha quasi sventrato due auto e danneggiato alcune abitazioni a pochi passi dalla caserma dei carabinieri e dallo stadio. Non un episodio isolato, bensì preceduto da altri analoghi che, negli ultimi tempi, si sono verificati con cadenza sempre più frequente. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro