Non solo usura ed estorsione all’ombra della cosca Grande Aracri di Cutro, e la realizzazione di un parco eolico ritenuto irregolare a Crotone. Perché ci sono anche delle presunte vendite pilotate di immobili pignorati nelle carte dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, “Turos”, scattata lo scorso 27 ottobre con l’esecuzione di 5 arresti. Lo sostengono i sostituti procuratori, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, nell’avviso di conclusione indagine che hanno fatto recapitare a 32 persone. Queste le persone finite sotto accusa: Luigi Aprigliano, Alessandra Auditore, Rosario Caracciolo, Giancarlo Caterisano, Francesco Correale, Gaetano Correale, Cesare Curatola, Rocco Devona, Francesco Falcone, Antonio Franco, Giuseppe Germinara, Giuseppe Gigliarano, Laura Gigliarano, Rocco Gigliarano, Giuseppe Giordano, Antonio Grande, Domenico Grande, Raffaela Lavigna, Giorgio Leo, Antonio Lia, Salvatore Lorenzano, Rosario Mattace, Gerardo Padula, Antonio Provenzano, Francesco Rondinelli, Maria Russo, Palma Spina, Maurizio Staglianò, Giuseppe Turrà, Giuseppe Verterame, Nazario Veraldi e Gregorio Viscomi. Sotto la lente della Guardia di Finanza che ha condotto l’attività investigativa, sono finite 5 procedure esecutive che, mediante degli ipotizzati raggiri, avrebbero consentito agli originari proprietari dei beni requisiti di ritornare nella disponibilità degli stessi. In che modo? Allontanando gli altri interessati ad acquisire i fabbricati, con alcuni degli indagati che avrebbero leva sui legami con le maggiori ‘ndrine della provincia: Megna di Papanice, Grande Aracri di Cutro, Arena di Isola Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro