Reparti chiusi; mancanza di personale; e liste d’attesa infinite. Ieri mattina i rappresentanti delle sigle della Funzionr pubblica di Cgil, Cisl e Uil non a caso hanno scelto l’ingresso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone per organizzare la manifestazione dal titolo “Vogliamo risposte per il futuro del lavoro e dei servizi pubblici”. Perché la sanità crotonese, per dirla con le parole del segretario interprovinciale della Cisl-Fp Luigi Tallarico, «è quella che più di tutti ha subito un ridimensionamento in seguito alla ripartizione tra ospedali Hub e Spoke (com’è quello della città capoluogo, che ha difatti comportato una riduzione dei servizi: ndr) che fu decisa in passato dalla struttura commissariale, sia per il fatto che il “San Giovanni di Dio” è ormai diventato poco appetibile, così da disincentivare l’arrivo di nuovi medici a Crotone in quanto hanno scarse possibilità di fare carriera». Il riferimento è, ad esempio, alla cronica mancanza di primari: oggi il segno meno sta interessando quattro reparti ospedalieri, tra i quali quelli di Chirurgia, Cardiologia e Psichiatria. Oltre alle Unità operative chiuse da tempo, come Medicina nucleare. Ecco perché, le tre sigle sindacali sono scese in piazza, con sit-in che verranno riproposti anche altrove in Calabria, per chiedere che le risorse economiche del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, messo a disposizione dall’Unione europea per far fronte alle difficoltà economiche che ha causato la pandemia da Covid-19) vengano utilizzate per ambiti precisi, come il miglioramento della qualità della sanità crotonese e calabrese.
Crotone, reparti sguarniti e liste d’attesa: in ospedale manca il personale
Il sit-in dei sindacati di categoria davanti al San Giovanni di Dio
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